Le origini

Dalla morte alla vita:
La Fontana con l’acqua pubblica, simbolo di vita al centro della Piazza che era designata alle esecuzioni

La storia della Fontana inizia a metà Ottocento e trova sintesi in due condizioni: la comodità di provvedere di acqua potabile la zona di Terravecchia (l’antico quartiere nella zona della chiesa di San Nicolò), il vantaggio per l’ornato pubblico. Igiene e bellezza… ma non solo. Quella piazza così vuota al centro evoca una presenza inquietante: la forca! Da secoli quello slargo davanti alla chiesa della Morte è il luogo delle esecuzioni capitali che lo Stato Pontificio voleva più spettacolari possibili perché servissero da monito.

I Progetti
l’ideazione della Fontana

La decisione di realizzare una Fontana nasce con una delibera del 1 febbraio 1843 quando il Comune sceglie tra 3 proposte giunte dall’architetto Raffaele Grilli ed emendate da un tale professor Livoni che si fregia del titolo di ingegnere pontificio prendendo un obelisco al posto della colonna prevista dal Grilli.

La Fontana come appare ora ai nostri occhi, dove al posto della colonna del progetto originale è posizionato l’obelisco in stile egizio.
Il progetto finale accentua il carattere neo-egizio su un impianto che manifesta suggestioni romane sia nella scelta di soluzioni neobarocche che neoclassiche. Su questa struttura architettonica si innesta l’apparato scultoreo affidato a Luigi Amici, anche lui jesino, ma formatosi a Roma.

La Fontana dei Leoni
l’acqua al centro della città

1844, alle prese con la povertà, con rivolgimenti politici e patriottici, reazioni e rivoluzioni, vecchi e nuovi regni, Jesi decide di erigere un monumento all’acqua. Una Fontana con leonesse e delfini per il decoro della città e per il comodo di donne e acquaioli, che potevano rifornirsi di acqua sulla pubblica piazza. L’acquedotto sarebbe arrivato settant’anni dopo, nel 1917.

Lo spostamento

Piazza del Plebiscito (oggi P.zza della Repubblica) negli anni prima dello spostamento della Fontana, avvenuto per fare spazio al traffico.

Piazza Federico II e Piazza della Repubblica negli anni successivi allo spostamento della Fontana avvenuto nel 1949.

L’opinione pubblica dell’epoca

La poesia di Duilio dedicata alla Fontana

Appena usciti dalla guerra e dalla miseria, i cittadini dell’epoca si divisero tra favorevoli e
contrari allo spostamento della Fontana. Alcuni, come Duilio, sensibili al vuoto lasciato
dalla Fontana traslocata; altri invece erano ben felici di fare spazio alle auto e apparire
al passo con i tempi, convinti di attrezzare la città per condurla verso il futuro.

EL LAMENTO DE LA FONTE
GIÙ LA PIAZZA DEL DUOMO

Chi a ‘sta città levo ‘I nome de “regia”
‘n sapea che ce la fece, a tempo antigo,
un gran concittadì, persona egregia:
più, gra’ re de la Germania: Federigo.

Quello credea che ce l’avesse fatta
Vittorio Manuele, lo sfrattado,
e quello stesso, pò, per falla patta
volse levà anghe a me e giù m’ha smontado.

Evviva allora a ‘sta gran cima d’…òmo
che non credeo che ‘n’antra ne
facesse col levà pure a me, e portamme al domo;

 

Il restauro

Toccare con mano
le condizioni della Fontana

Dopo il restauro del 2007 periodicamente la Fontana viene custodita in manutenzione ordinaria da operatori comunali e, grazie al Rotary Club, viene trattata con biocida (sale quaternario). Nell’ultimo periodo – ovvero da circa 2 o 3 anni – le stuccature a calce sono saltate, sia per i lavaggi che per le gelate e la siccità. È stato tolto il mento di un leone e la coda (ricostruita) di un delfino. Alcune colonnine si sono lesionate sugli attacchi dei ferri e una in particolare è saltata alla sommità. Quindi a breve sarebbe necessario e importante operare per un adeguato intervento di mantenimento e restauro prima che avvengano eventuali incidenti che ne comprometterebbero, ancora di più, lo stato.